"IN TRIPPE" è un amplesso tra carni vive. Si compone di due stomaci tra sè vicendevolmente rigurgitanti suoni e immagini, il primo scomposto nella duplice identità del Complessino Vazca (Alberto Piccinni e GG Calabro) e il secondo rabberciato in quella di Omoklasta. I primi, vestiti di bianche divise paramilitari, metteranno in atto una battaglia a suon di tamburellamenti marziali e chitarre psicotiche, il secondo, in disarmante tenuta nera, procederà a giustiziarli in un'ipnotica convulsione fatta di proiezioni incandescenti sparate sui loro corpi inermi e, per colpire nel mucchio, sull'ambiente circostante. Nel crescendo bollente e rossiniano di immagini in abstrakt-clip, live-feed e kino-footage attorcigliate alla trance del prog'n'roll, l'esecuzione infierirà sui corpi denudati dei musici che si faranno flagellare, ormai morenti, nel pubblico ludibrio dai fotoni dei beamers. La nostra pancia allora avrà avuto soddisfazione.