Qui si entra in uno scenario onirico e arcaico, fatto di paesaggi desolati, superfici rocciose e di sculture e volti sconosciuti. Siamo in un ambito nel quale i luoghi e le epoche non assumono alcun significato.
Alle immagini si legano rumori, suoni e brevi fraseggi di qualche strumento musicale. Il pubblico entra in una sala buia e quando si ferma di fronte allo schermo, nota l’immagine di un grande velo che copre interamente la visuale. Uno spettatore si avvicina e un varco si apre di fronte al suo volto, attraverso il quale intravede una strana forma in movimento.
Una serie di filamenti ordinati fluttuano e volteggiano nello spazio per poi fondersi in un unico oggetto. L’occhio, attraverso questa apertura, si accorge che questi filamenti si trasformano in qualche cosa che è identificabile e riconoscibile. Ecco la percezione.
E’ un paesaggio visto dall’alto, è la superficie di una statua, è il volto di una persona. E’ quell’esperienza subconscia di tentare di riconoscere qualcosa. Un gesto istintivo che fa apprezzare il bello in tutta la sua poeticità.
La materia è pietra, è oggetto di chiara consistenza, è indeformabile, è la prova che ciò che vediamo esiste fisicamente.
Sul piano sonoro si avvertono diversi tipi di rumori e, mentre i filamenti si trasformano, affiorano armonie e melodie. L’orecchio percepisce un messaggio chiaro, da interpretare secondo il linguaggio dell’emotività.
Il percorso attraverso questa successione di eventi induce nell’osservatore un’esperienza poetica.
Durata (minuti)
30
Ciò che è necessario
Spazio al chiuso da minimo 5 x 5 metri corrente elettrica video proiettore (1200x800) impianto audio stereo 60w+60w box per coprire il computer
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