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LPM 2019 Rome

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02 // 05 maggio 2019

Mattatoio, Roma, Italy

  • 02 // 05 maggio 2019 | Ateliers, Classroom 3, Classroom 2, Classroom 1, Mattatoio, Roma, Italy
  • 02 // 05 maggio 2019 | Galleria, Meeting Area Lectures, Mattatoio, Roma, Italy
  • 01 // 05 maggio 2019 | Meeting Area, Mattatoio, Roma, Italy
  • 01 // 05 maggio 2019 | Piazza Orazio Giustiniani, Mattatoio, Roma, Italy

Festival

Early Video Art as background of the AV arts

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Early Video Art as background of the AV arts
La videoarte, forse, nasce con Fontana che nel '52 parlava già dell'importanza di strumenti come la televisione, i laser per l'arte contemporanea. Parlava dell'idea del rapporto tra arte e scienza. Ci troviamo, quindi, ben dieci anni prima dall'anno ufficiale di nascita.

A metà degli anni '60, invece, ci sono stati degli artisti che hanno esplorato il mondo delle immagini e dei suoni elettronici con una consapevolezza molto elevata sul cinema, sulla fotografia, sulla televisione creativa, sull'arte contemporanea.

Questi artisti hanno trovato nei nuovi mezzi elettronici una possibilità di nuovi linguaggi espressivi, linguaggi molto diversi dai precedenti. In questo modo è nata la storia di quella che non bisognerebbe chiamare videoarte ma arti elettroniche. Da ciò, poi, emerge l'ambivalenza della parola arte. Dell'arte che significa facitura ma anche pratica. L'arte, infatti, è costruzione di nuovi linguaggi ma anche pratica materiale. Si tratta di un campo che va dalla grande arte audiovisiva, in grado di inventare cose mai viste, alla pratica come nel caso del video mapping.

Tuttavia bisogna essere consapevoli del fatto che la videoarte non è solo un fatto tecnologico ma anche un discorso di relazione tra i linguaggi, anche quelli precedenti. L'industria e i padroni del web hanno interesse che la gente usi questi strumenti in chiave irresponsabile e in modo consumistico, senza approfondirne l'uso comunicativo ed estetico.

Gli artisti dalla metà degli anni '60 fanno un discorso diverso, si concentrano sull'apprendimento della consapevolezza. Come diceva un filosofo, l'analfabeta del futuro non è chi non conosce la lingua ma chi non conosce il linguaggio della fotografia e della televisione.

Ed è anche per quest'ultimo aspetto che Gazzano sottolinea l'importanza del dover conservare il patrimonio audiovisivo. "Ciò che non ha l'Italia è la realtà politica e istituazionale di censire queste opere, raccontare questa storia, metterla a disposizione del pubblico come fa con i beni archeologici materiali. Sono un patrimonio da dover conservare per il futuro.

Durata (minuti)

60

Ciò che è necessario

Nessuna

Cosa portano gli artisti

Nessuna

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Eventi

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venerdì, 03 maggio 2019