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Preferisco gli apostrofi alle parole

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Preferisco gli apostrofi alle parole
Il lavoro è nato per sottolineare una ciclicità temporale martellante attraverso la frammentazione di un instante che diventa inevitabilmente infinito. Questa dinamica di successione contemporanea di immagini ha per soggetto un corpo in attesa nel buio, che diventa lo strumento per conoscersi. Il corpo si perde nelle ombre, trascende se stesso, e diviene la superficie malleabile che una luce modella. La video-installazione è l’essenza di uno spazio temporale più vasto rispetto all’istante rappresentato, che racchiude in sé non solo il tempo lineare, ma anche la percezione soggettiva di quest’ultimo che diventa un presente continuo. Lo scenario che si va a creare, questo gioco tra un suono reiterato di parole, ombra, corpo, luce, vede quest’ultima madre di ogni scoperta e percezione, che, attraverso il movimento del corpo, diviene il soggetto dell’opera. Lo spettatore infatti viene catturato da essa che lo confonde, creando tante forme delle quali nessuna è riconoscibile. Nell’osservatore scaturisce così un bisogno di capire, di riconoscere riscontri figurativi esistenti nel reale. Il vissuto di questo tempo è messo in scena proprio attraverso questo conflitto tra immagine e percezione dell’immagine.

Durata (minuti)

12

Ciò che è necessario

5 proiettori per i video e rispettivi lettori dvd o computer i file video possono essere sia in dvd che in scheda di memoria (minimo 3, in caso di dimensioni ridotte dello spazio di installazione)
impianto audio per riprodurre una traccia sonora ascoltabile in tutto lo spazio di installazione.

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Autori

Valentina Olivi
Valentina Olivi

Italy Roma